MENINGIOMA MENINGOTELIALE
Prof. Luigi Cuccurullo
Il reperto macroscopico del meningioma meningoteliale è aspecifico e pertanto è simile a quello degli altri istotipi; anche le problematiche diagnostiche e prognostiche sono similari e sovrapponibili. Pertanto è indispensabile, per raggiungere una caratterizzazione integrata di questa neoplasia, applicare metodiche di istopatologia, di immunoistochimica e di microscopia elettronica.
A. CARATTERI ISTOPATOLOGICI
Al microscopio luce, il meningioma meningoteliale evidenzia abitualmente una architettura irregolarmente lobulare; questi lobuli sono di varia grandezza e sono sepimentati in parte o integralmente da tralci fibrillari; da questi si staccano numerosi e sottili rami che suddividendosi ulteriormente penetrano nell’interno dei lobuli, si infiggono negli spazi intercellulari e costituendo una delicata rete precollagene incestellano poche unità cellulari.
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Nell’ambito dei lobuli, le cellule si dispongono a mutuo contatto in aggregati solidi, compatti; esse si organizzano in modo informe oppure in modo da disegnare fasci, travate, filiere o ancora strutture a vortice con caratteri di completezza o incompletezza; frequentemente queste tipologie morfologiche coesistono in zone microscopiche contigue dello stesso caso.
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Le cellule sono isometriche, hanno forma ovoidale o irregolarmente poligonale, e mostrano limiti cellulari distinguibili con difficoltà, creando anche false immagini di elementi sinciziali.
Esse sono di media taglia, hanno un citoplasma eosinofilo, di aspetto compatto e finemente granuloso; sono occupate da un nucleo rotondeggiante od ovale, di aspetto vescicoloso e fornito di nucleolo.
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Non è raro il riscontro casuale di cellule giganti le quali sono centrate da nuclei ipercromatinici, irregolari, bizzarri. Questi reperti di pleomorfismo citologico non incidono su la valutazione del grado del meningioma poiché non sono associati agli altri parametri caratterizzanti l’aggressività biologica. Mediante l’utilizzo di sezioni seriate è possibile repertare aree circoscritte a livello delle quali la popolazione cellulare è più elevata il rapporto nucleo/citoplasma è frequentemente invertito e frequentemente sono presenti anche cellule in mitosi; anche questi riscontri non modificano il grado della neoplasia in esame e sono identificati come aree di accrescimento della neoplasia.
La quota stromale è molto variabile sul piano quantitativo anche nell’ambito dello stesso caso e spesso fibre collagene che la compongono appaiono impregnate di materiale ialino. La componente vascolare è ben sviluppata ed è rappresentata da capillari e da piccoli vasi distribuiti in modo asimmetrico, i capillari sono tappezzati da endoteli iperplastici, globosi, sporgenti nel lume; i piccoli vasi sono ben strutturati e spesso sono avvolti da sottili cercini di materiale ialino. Questo quadro istopatologico di base può essere zonalmente modificato dalla sovrapposizione di fenomeni secondari. Frequentemente si instaurano fenomeni di edema intercellulare con dissociazione della tessitura neoplastica e in modo ancora più marcato si hanno gravi stati di edema peritumorale. Possono manifestarsi episodi di emorragia per o per diapedesi e di conseguenza si formano micro o macrofocolai di eritrociti che dissociano, distruggono e sostituiscono le strutture pre-esistenti. Non sorprende la presenza di foci di micro-macronecrosi di tipo secondario indotte da fenomeni compressivi, da alterazioni di circolo o da eventuali flogosi occasionali. Le strutture vasculo-stromali subiscono molto spesso processi di ialinosi; infatti questo materiale si deposita tra le fibre collagene e precollagene omogeneizzandole e avvolge, imbevendole, le pareti dei vasi, avendo a ridosso anche focolai di calcificazione.
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Anche le cellule subiscono fenomeni involutivi: questi sono rappresentati principalmente da vacuolizzazione del citoplasma e da picnosi e carioressi del nucleo.
B. PROFILO IMMUNOISTOCHIMICO
Il pleomorfismo cellulare e strutturale associato al peculiare comportamento biologico dei meningiomi impongono di corredare i dati morfologici con quelli ottenuti dalle indagini di immunoistochimica. Queste riguardano sia il momento diagnostico mediante la marcatura per la vimentina e l’E.M.A. sia il momento prognostico mediante la marcatura del Ki67 e il PCNA. I meningiomi meningoteliali evidenziano in modo costante e diffuso una netta immunoespressività per la vimentina e per l’E.M.A.
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nonché una immunoespressività quantitativamente esigua per il Ki67 e il PCNA.
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C. CARATTERI ULTRASTRUTTURALI
Al microscopio elettronico è possibile documentare alcuni caratteri considerati specifici dei meningiomi, e in particolare dell’istotipo meningoteliale. Questi riguardano la conformazione del citoplasma e si riferiscono ai prolungamenti citoplasmatici, alle strutture giunzionali e alla presenza dei filamenti intermedi. Il potere risolutivo di questo strumento di indagine rende palese alcune sub-strutture non altrimenti esplorabili.
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Il reperimento delle interdigitazioni dei prolungamenti citoplasmatici ha rimosso la falsa immagine di elementi sinciziali in queste neoplasie. E’ possibile, in diretta, al di là del profilo morfo-citologico, cogliere il grado di differenziazione delle cellule mediante una valutazione semiquantitativa delle quote di organuli e di filamenti intermedi presenti nel citoplasma. Un altro reperto del grado di differenziazione si ricava dallo stato di coesione intercellulare. Le cellule sono fortemente coese mediante interdigitazioni ramificate, mediante l’adesione di membrane cellulari contigue e soprattutto da strutture giunzionali. Mediante la microscopia elettronica è possibile cogliere già nelle fasi iniziali processi regressivi che riguardano le cellule, i rapporti inter-cellulare, i vasi e lo stroma. Le cellule subiscono fenomeni di vacuolizzazione, e di perdita parziale o totale di organuli; a questi si possono aggiungere successivamente gocce lipidiche, frammentazione delle membrane cellulari, abnorme dilatazione delle cisterne ergastoplasmatiche.
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Si possono instaurare per edema, micro dissociazioni delle cellule con slargamento degli spazi intercellulari e rigonfiamento dei prolungamenti citoplasmatici; queste modificazioni osservabili solo a livello ultrastrutturale si traducono a livello macroscopico in un aumento della volumetria del tumore.
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Mediante queste osservazioni è possibile non solo evidenziare capillari collabiti o in formazione ma anche notare le micro-alterazioni presenti a carico di queste strutture; in particolare è possibile apprezzare i fenomeni di rigonfiamento degli endoteli, gli ispessimenti della membrana basale dei capillari, l’edema pericapillare.
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Sono svelabili alterazioni stromali anche a livello delle più fini ramificazioni; queste sono costituite da fini, esigui depositi di materiale ialino e da microfoci di Sali di calcio. I depositi di materiale ialino si estendono anche tra le cellule provocando inevitabili alterazioni degli scambi metabolici con conseguenti fenomeni regressivi.